Cronaca di Redazione , 28/10/2020 7:49

Medici di famiglia: 18 € a test, firma solo Fimmg

Tampone rapido

Fare un tampone rapido dal medico di famiglia costerà 18 euro se eseguito nello studio del professionista. Se invece verrà somministrato in una struttura delle asl al medico saranno pagati 12 euro. Il costo dei tamponi sarà a carico dello Stato e non del paziente. A questo scopo sono stati stanziati 30 milioni di euro.

Il testo, che confluisce nell'Accordo collettivo nazionale stralcio (il contratto di lavoro dei medici convenzionati), prevede l'obbligatorietà per tutti i medici di medicina generale di eseguire i test rapidi.

Il documento è stato siglato solo dalla Federazione nazionale dei medici di medicina generale (Fimmg). Le altre sigle sindacali (Sindacato nazionale autonomo dei medici Italiani-Snami, Intesa sindacale e Sindacato medici italiani-Smi) non hanno firmato ritenendo che l'accordo "non garantisca la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari".

La posizione dello Smi: "Non abbiamo siglato l'accordo soprattutto per due motivi. Tenuto conto che è stato finanziato 1 milione e mezzo di tamponi ci è sembrato che la percentuale non incida. Ma incide invece sulla sicurezza degli studi medici e dei cittadini. Dare un obbligo in questo momento a una categoria già in sofferenza ci è sembrato ingeneroso. Riteniamo che fosse importante la volontarietà per i medici di famiglia di fare i test rapidi" ha detto il segretario nazionale del Sindacato medici italiani (Smi) Pina Onotri commentando l'accordo che consente ai medici di famiglia di eseguire i tamponi rapidi.

LA POSIZIONE DELLA CGIL

"Due milioni di test da distribuire entro fine anno a 53 mila medici di famiglia su tutto il territorio nazionale significa che ogni singolo professionista farà 1 solo tampone al giorno. Ci si chiede se valeva per davvero la pena di organizzare tutto questo per un risultato così". Commenta così l'accordo per test rapidi in carico ai medici di medicina generale il segretario nazionale di Fp Cgil medici Andrea Filippi.

"Si tratta di un accordo sbagliato, un'operazione di facciata, inutile e pericolosa, che serve solo a coprire le mancanze delle Regioni nell'organizzazione dell'assistenza territoriale" afferma Filippi. "Non è affidando i tamponi agli studi privati dei medici di medicina generale che si contribuisce ad arginare la travolgente diffusione della pandemia". Ma soprattutto, prosegue, "è un accordo pericoloso perché mina la salute di cittadini e medici che non possono garantire la sicurezza necessaria nei loro studi".

Filippi poi continua: "È necessario uscire dalla logica dell'isolamento dei professionisti che dall'inizio della pandemia sono abbandonati senza mezzi di protezione, senza protocolli organizzativi, e senza sostegno multiprofessionale, per recuperare una logica di sistema e di organizzazione integrata". Questo accordo, conclude, "lede l'immagine dei medici di medicina generale facendoli passare per dei mercenari che lavorano a cottimo, quando al contrario sono seri professionisti che chiedono di essere tutelati insieme ai cittadini e a tutti gli operatori sanitari e che non vogliono svendere la propria sicurezza e la vita per risorse economiche aggiuntive che il governo potrebbe spendere in modo più appropriato attrezzando luoghi sicuri in contesti integrati per fare i tamponi".