Cronaca di Redazione , 15/01/2021 13:49

Palù: "Il 29 gennaio si decide su AstraZeneca"

Cronaca

"La causa di mortalità del Covid è l'0,05 %. Ma se guardiamo sulla base degli infettati, sugli studi di prevalenza, si può stimare che oscilli tra lo 0,25% e 0,50%. Il Veneto è stato meno colpito rispetto ad altre regioni anche perché non ha una città metropolitana come Milano che ha tanti contatti. La letalità del Covid è molto più alta per gli anziani. Ricordo che questo virus è pandemico: solo l'Antartide ora ne è immune perché ha solo pochi accampamenti di persone. Il vaccino Astrazeneca verrà valutato il 29 gennaio dall'Ema. FDA ha chiesto una implementazione di indagine".

Lo ha detto Giorgio Palù, presidente Aifa, in conferenza a Marghera. "Credo che verrà approvato perché bene o male la sua capacità può venire incontro alle esigenze della sanità pubblica. Costa poco, non ha bisogno della catena del feddo, e anche perché gli inglesi stanno facendo da cavia".

Palù ha ricordato che "l'Fda ha chiesto un implemento di indagini perché AstraZeneca aveva fatto errori nella sperimentazione e nel controllo. In una certa coorte significativa di pazienti si erano accorti per errore che la prima dose dimezzata associata alla seconda produceva un effetto significativamente superiore, dal 60-65% al 90%, inspiegabile. Dopo si è visto che la popolazione di studio non era omogenea, i tempi erano diversi".

ANTICORPI MONOCLONALI

"Anche l'Italia partirà con un progetto ricerca sugli anticorpi monoclonali, su Eli Lilly e Regeneron, quelli con cui è stato curato Trump" ha annunciato Palù. "Ieri sera - ha aggiunto - il cda Aifa ha approvato la ricerca. Sono terapia, non sono prevenzione. Essendo antivirali vanno dati entro le prime ore dall'esordio dei sintomi, altrimenti non sono efficaci. Possono essere una risorsa per curare i pazienti a casa".

VACCINI E VIRUS CHE VARIA

"La variante del Coronavirus è l'evento logico di qualsiasi virus che si diffonde: più si replica, più muta" ha ribadito il presidente dell'Aifa. "Il virus è cinese - ha sottolineato - ce l'hanno detto loro, anche se per 4-5 mesi non ci hanno detto che si trasmetteva da uomo a uomo, e l'Oms no n è risucita a tornare con uno straccio di prova. Da molti studi, alcuni in 'pre-print, siamo certi che i vaccini e i sieri dei vaccini neutralizzano le varianti. Per quella sudafricana da AstraZeneca ci dicono che servono titoli più elevati per neutralizzarla, ma si neutralizza".

"Credo che ci potrebbe volere un anno per vaccinare il 60-65% della popolazione, organizzandoci potremmo arrivare a 150 mila vaccinazioni al giorno" ha affermato Palù. "C'è l'accordo con i farmacisti - ha proseguito - ma soprattutto i medici di medicina generale dovrebbero intervenire, e se necessario gli specializzandi. I farmacisti sono importanti soprattutto per la diagnosi. Il vero problema è l'approvvigionamento, l'altro le forniture, e il ministero è arrivato a 220 milioni di dosi. AstraZeneca può cambiare le cose. Se arrivano le dosi siamo in grado di organizzarci", ha spiegato.

Guardando alla vaccinazione in Gran Bretagna ha spiegato: "Nessuno degli inglesi vaccinati si è infettato, con la variante inglese. Se c'è qualche dubbio - ha concluso - è sulla variante sudafricana".

EPIDEMIE E STORIA

"Non si ricorda nella storia una pandemia che duri più di due anni. Non che i virus siano spariti, ma continuano a circolare un po' meno. Credo che questo dovrebbe esserre il destino di un virus come questo". Lo ha sottolineato il presidente dell'Aifa Giorgio Palù, parlando con i giornalisti a Marghera (Venezia). "Il problema di questa panedemia - è che ci sta bloccando, ed è chiaro che dobbiamo mettere in atto tutto, adesso e subito. Fare un lockdown finché finisce la pandemia non possiamo permettercelo".

Sui tempi di uscita dall'emergenza, secondo Palù "forse in primavera, con più attività all'aria aperta, maggiore radiazione ultravioletta, condizioni atmosferiche, e poi la vaccinazione, potremo guardare con qualche ottimismo".

SCUOLA

"La riapertura della scuola non vuol dire esporre gli studenti a rischio, ma mettere in giro 15-20 milioni di persone pre e post scuola. Si smette un lockdown, in pratica" ha sottolienato il presidente dell'Aifa. "Ci sono cinque lavori, uno anche mio - ha proseguito - da cui emerge che l'apertura della scuola dal 14 settembre ha coinciso al primo ottobre con un aumento esponenziale dei casi. Bisognerà fare studi più apprfonditi sulle fasce di età, ma un approccio cautelativo e di prudenza impone la chiusura", ha concluso.