Politica di Redazione , 16/01/2021 9:28

Lorenzoni: "Non sempre scuola aumenta contagi"

Politica

“Oggi pomeriggio il presidente Zaia ha annunciato che, in assenza di rischi, dal 1’ febbraio riapriranno in presenza gli Istituti superiori veneti. Ogni giorno perso, per gli alunni, è un’opportunità in meno di crescita, umana e formativa. Chiediamo che stavolta il cronoprogramma venga davvero rispettato. Non ci siano sorprese all’ultimo, come successo all’inizio di gennaio”. Così il Portavoce delle opposizioni in Consiglio Regionale, Arturo Lorenzoni che aggiunge: “Ho letto con molta attenzione il report, a cura del Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare dell’Università di Padova, uscito lunedì scorso. Il titolo dello stesso è paradigmatico: ‘Non viviamo in una parentesi della storia. Non si metta la scuola fra parentesi’. Il documento illustra un recente studio di Enrico Bucci della Temple University di Philadelphia e di Antonella Viola dell’Università di Padova (https://www.pattoperlascienza.it/2020/10/24/covid-le-scuole-nonmoltiplicano-le-infezioni/) secondo il quale ‘a fronte di 4-5 pubblicazioni che evidenziano un nesso causa-effetto tra scuola e focolai, ce ne sono decine che dimostrano l’esatto contrario’. Inoltre, prosegue la pubblicazione, da quando le scuole superiori sono state chiuse, lo scorso 26 ottobre, la curva dei contagi in Veneto ha continuato ad aumentare. Il Laboratorio dell’Ateneo patavino ha poi precisato che tali dati vengono confermati dal Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del 30 dicembre: ‘Allo stato attuale delle conoscenze le scuole sembrano essere ambienti relativamente sicuri, purché si continui ad adottare una serie di precauzioni ormai consolidate quali indossare la mascherina, lavarsi le mani, ventilare le aule, e si ritiene che il loro ruolo nell’accelerare la trasmissione del coronavirus in Europa sia limitato. L’esperienza di altri Paesi mostra che il mantenimento di un’istruzione scolastica in presenza dipende dal successo delle misure preventive adottate nella comunità più ampia”.



“Dal 24 febbraio del 2020, quasi un anno fa - ricorda Lorenzoni - i ragazzi frequentanti le scuole superiori venete sono stati in aula, in presenza, solamente 38 giorni. La formazione degli adulti di domani non passa solamente attraverso lo studio sui libri, ma pure per le relazioni interpersonali coi loro pari e con gli insegnanti, maestri di vita prima che esperti di una determinata materia”.



“Questo periodo non è una parentesi delle nostre vite - conclude Lorenzoni - piuttosto una realtà con la quale siamo chiamati a convivere, scegliendo la logica della sicurezza e della tutela della salute pubblica. Non si tratta di un concetto antitetico. Le voragini dei ragazzi, svuotati da qualsivoglia progettualità a breve-medio termine, rischiano di diventare presto, e forse lo sono già, un’emergenza nell’emergenza. Per questo lunedì 1’ febbraio dev’essere davvero la data della reale ripartenza”.